Cartolina di Corvara del 1953

Corvara

Corvara in Badia (Corvara in ladino ed in tedesco, nel passato anche Kurfar) è un comune italiano di 1.340 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige, il centro più grande della Val Badia, situato a 1.568 metri sopra il livello del mare nel “cuore” delle Dolomiti. Fa parte della Comunità Comprensoriale Val Pusteria, ed è uno dei 18 comuni che formano la Ladinia; vi è ubicata la stazione meteorologica di Corvara in Badia. È una rinomata località sciistica.

Nonostante facciano parte ormai dello stesso comune, i paesi di Corvara e Colfosco hanno avuto storie nettamente distinte e hanno fatto parte anche di territori diversi. Si hanno notizie storiche di Corvara soltanto dal 1292, al contrario di Colfosco di cui si ha traccia già un secolo e mezzo prima, precisamente dall’anno 1153, e l’abitato faceva parte dell’antica signoria di Marebbe-Val Badia. Corvara apparteneva alla giurisidizione di Marebbe, Colfosco invece a quella Selva di Val Gardena, e quest’ultima località è stata annessa alla Val Badia solo nel 1828.

Ecclesiasticamente, Colfosco è appartenuta dapprima alla chiesa parrocchiale di Laion, poi alla Curazia di Santa Cristina in Val Gardena. Sia Corvara che anche Colfosco appartengono sino alla fine della prima guerra mondiale alla circoscrizione giurisdizionale di Marebbe e facevano parte del distretto di Brunico.

La più antica delle chiese, quella di Santa Caterina, esisteva già nel XV secolo e se ne ha notizia perché si parla di un sacerdote che vi teneva messa. L’altra chiesa, dedicata al Sacro Cuore, è invece molto più recente, del 1962. Stante la remota posizione dell’abitato e della vita prettamente montanara della popolazione, non vi sono accaduti eventi di particolare rilievo. Sia Corvara sia Colfosco acquisirono fama internazionale nel XIX secolo, quando cominciarono ad essere apprezzati per le attività sciistiche ed escursionistiche. Nel 1947 fu ultimata e collaudata la prima seggiovia d’Italia proprio a Corvara, che collegava l’abitato al Col Alto, avviando un processo di intensificazione dell’industria turistica e sciistica che ha visto un particolare incremento negli anni settanta, creando notevoli posti di lavoro per la popolazione locale ed anche per persone giunte da altre regioni.